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Cioccolato della Sergenzia di Scicli

Per raccontare la storia della cioccolata di Scicli dobbiamo risalire al sec. XVII. La Sicilia sud orientale era stata devastata dal terremoto del 1693. A Scicli, sede della quarta sergenzia, era arrivato come Sergente maggiore nel 1699 il capitano don Domingo de Cerraton, un cavaliere del prestigioso Ordine di San Giacomo della spada. Le Sergenzie furono dieci distretti militari nei quali l’Isola era stata divisa nel 1535 per difenderla dagli attacchi dei turchi e dei pirati barbareschi. Ben presto don Domingo si distinse nel partecipare attivamente alla ricostruzione della città che già era iniziata e soprattutto ebbe un ruolo importante nel restauro del Convento della Madonna delle Milizie vicino Donnalucata, oggi santuario delle Milizie, e nella ricostruzione del convento di Valverde della città di Scicli. Grazie alla sua grande amicizia col viceré di Sicilia, Il Duca de Veragua, cioè don Pedro de Colón, pronipote di Cristoforo Colombo, don Domingo e soprattutto la moglie, la nobildonna Teresa Izco Quincoses, poterono conoscere e apprezzare con un certo anticipo un prodotto che da poco era stato introdotto in Europa dal Nuovo Mondo: la cioccolata. Dapprima usata per scopi terapeutici, in un secondo momento la cioccolata s’impose come vera e autentica leccornia. La coppia, trasferitasi a Scicli da Palermo agli inizi del Settecento, ne consumava discrete quantità. Alla morte dei due figli, avvenuta nello stesso giorno nel 1708, e poi all’altra del Sergente maggiore Cerraton, avvenuta nel 1710, seguì la decisione della signora Teresa Izco Quincoses di ritirarsi nel monastero di Valverde che aveva contribuito a ricostruire col marito, rifondandolo e diventadone la prima Priora. Spogliatasi di tutti i suoi beni materiali, donna Teresa non rinunciò solo alla cioccolata, nonostante il suo voto di povertà. Anche dopo la sua morte, le suore di questo monastero di Valverde di Scicli preparavano la cioccolata avvalendosi dell’opera di un manipolatore “il cioccolattiere” il quale aveva come compito l’ottenimento della pasta base dalla sfregatura delle fave di cacao su una speciale pietra chiamata metate. Nel 1775 dai libri del convento chiaramente risultano sia i pagamenti al “cioccolattiere” e sia gli aromi abitualmente impiegati dalle monache di Valverde per profumarla: cannella e noce moscata.  La bella figura di Don Domingo de Cerraton è molto legata anche al culto della Madonna delle Milizie. Con buona probabilità la famiglia, raffigurata negli stucchi dell’altare maggiore del santuario del Convento delle Milizie, è proprio la famiglia Cerraton. Sull’attuale statua equestre della Madonna delle Milizie, che si venera a Scicli, non sono stati rinvenuti documenti certi riguardo alla committenza, è valida tuttavia l’ipotesi che la statua sia stata commissionata proprio dal Sergente maggiore, tant’è che la sua iconografia ricorda moltissimo l’altra celebre spagnola di Santiago Matamoros. Un fatto comunque è certo, per molto tempo il gruppo equestre fu conservato e custodito dalle suore del monastero di Valverde, del quale era stata prima priora madre Teresa Izco Quincoses.

La cioccolata della Sergenzia di Scicli, ha, dunque, come principale caratteristica quella di essere profumata con due famose spezie: la cannella e la noce moscata.

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